Tariffe di rotta, dal 1 gennaio calcolate sul volato

Dal 1 gennaio 2020 Eurocontrol utilizza la rotta effettivamente volata per stabilire il fattore di distanza utilizzato per il calcolo delle tariffe di rotta IFR.

In precedenza il fattore di distanza veniva calcolato in base al piano di volo presentato. Questo cambiamento, guidato dalla crescente disponibilità di dati di volo e di aeromobile, garantirà che i fornitori di servizi di navigazione aerea (ANSP) ricevano entrate per quei voli che hanno effettivamente attraversato il loro spazio aereo. Dovrebbe inoltre aumentare la prevedibilità e, di conseguenza, sostenere un uso più efficiente dello spazio aereo, in quanto elimina l’incentivo per le compagnie aeree a presentare piani di volo ottimizzati in base al costo di sorvolo, che spesso non vengono rispettati (ad esempio pianificando rotte più lunghe per passare in spazi aerei con tariffa minore e poi chiedere shortcuts in volo).

Ricordiamo che Eurocontrol riscuote le tariffe di rotta per conto dei suoi Stati membri. Le tariffe sono calcolate per ogni singolo volo moltiplicando il fattore di distanza percorsa (km diviso 100), il fattore di peso dell’aeromobile (radice quadrata del MTOW in ton diviso 50) e la tariffa base stabilita da ogni Stato. Per cui presentare un piano di volo con una rotta che si sviluppava all’interno di un Stato con tariffa più bassa può portare a notevoli vantaggi economici considerando che si può arrivare dai 90,94€ richiesti dalla Svizzera ai 66,02€ dell’Italia oppure ai 42,02€ della Croazia.

Il fattore di distanza ad ogni modo non corrisponde alla distanza effettivamente volata, ma è ottenuto dividendo per cento il numero di km tra il punto di ingresso e il punto di uscita seguendo una linea ortodromica. Tali punti sono ora quelli reali e non più quelli pianificati.